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Bisogna aver toccato i limiti estremi della vita per avere accesso ad un carcere; oppure bisogna almeno cercarli, i limiti, e avere l’occasione giusta per entrare in contatto con il mondo proibito, senza pagarne le conseguenze. Qui si scoprono molti segreti sull’essere umano. Soprattutto, è possibile guardare l’altra faccia dello Stato, quando la giustizia usa il suo braccio forte. Il carcere si presenta come un vero e proprio plastico della società italiana, dove il detenuto vive le stesse dinamiche di un cittadino comune. Numero come lui.
Il carcere è uno spazio quasi magico, nascosto, impenetrabile, a tratti incomprensibile.
In questo saggio, scritto a più voci, professionisti, operatori, detenuti, volontari, agenti, studenti si confrontano per la prima volta tutti insieme in un dialogo inedito sul tema del carcere in Italia. Quando un cittadino normale sceglie la via illegale, c’è sempre una ragione che fa paura a tutti…
Lungo le tre celle che il lettore percorre è possibile conoscere il senso ultimo della galera, per toccare la mente, la coscienza, il cuore.
La prima cella è il dialogo tra i liberi, quelli che parlano del carcere apparentemente al di fuori di quelle sbarre. Avvocati, ricercatori, volontari, operatori, professionisti di varia natura mettono in luce le relazioni, i drammi, la cultura, i problemi e l’immaginario storico della prigione.
La seconda cella è lo straordinario incontro umano tra un gruppo di ragazzini di un liceo e un gruppo di detenuti sconosciuti. Senza un nome, senza un volto a cui far riferimento, senza un pregiudizio che regga abbastanza a lungo, dialogano a distanza; così si incontrano le anime, cadono le maschere.
La terza cella è la straziante testimonianza dell’addio tra un detenuto e un ispettore capo di polizia penitenziaria: accade che il prigioniero, uomo qualunque, prima di morire affidi nelle mani di quello che dovrebbe essere il suo peggior nemico l’oggetto più prezioso che possegga, la propria voce racchiusa in un quaderno di pensieri e poesie. E il suo nemico è diventato invece il suo migliore amico. L’ispettore un giorno apre il quaderno e decide di trasformare quel dolore in musica, secondo la volontà del detenuto che si è da tempo tolto la vita. Gli restituisce quell’opportunità cercata a lungo di avere voce e raccontare a tutti la sua vera identità. Nella terza cella si pubblica per intero la testimonianza autentica. E questa è la storia di Gianni!