La sonda con la quale l’autore attraversa l’universo dei protagonisti ha un’estremità dolorosamente conficcata nel suo intimo, nella consapevolezza che non è possibile conoscere l’altro se non si conosce se stessi. Dell’autore infatti si potrebbe dire che appartiene a quella schiera di “tuffatori del pensiero” che, come scrive Melville, si sono immersi tanto in profondità da risalire in superficie “con gli occhi iniettati di sangue”.
Sandro Montanari