La perizia grafica viene regolarmente presa di mira dai media: si potrebbe pertanto pensare che dal caso Dreyfus in poi, non sia stato compiuto alcun progresso in campo peritale, che l’arbitrarietà continui a regnare nelle conclusioni e che non si disponga di moderni mezzi d’indagine. Per il cittadino comune il lavoro del perito si limita a confrontare la forma delle lettere tra loro, senza un metodo preciso e senza altra risorsa che non sia quella dell’esperienza acquisita con la pratica. Era d’obbligo raccogliere in un testo lo stato attuale delle conoscenze in questo campo e di sviluppare una razionale metodologia di identificazione facendo riferimento alle leggi ed ai principi enunciati dai nostri illustri maestri, in particolare Pellat, Crépieux-Jamin e Locard, periti grafologi, da sempre unanimemente riconosciuti come i più competenti della loro epoca. Altri ricercatori non si accontentano di utilizzare i procedimenti di routine, ma si ingegnano ad applicare moderni strumenti di indagine ai numerosi e diversi problemi posti dalla perizia, facendo ricorso all’informatica e alle tecniche più avanzate consentendo così di fornire alla giustizia indiscutibili elementi di prova.